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COME ERAVAMO ...


Questa rossa è indicativa di "come eravamo" negli anni dell’immediato dopoguerra. I problemi importanti - sia per gli individui che per le aziende - erano ben altri. Per queste ultime, il fatto che una macchina affrancatrice fosse piuttosto malandata, non contava più di tanto.

Guardiamo il datario di questa impronta. Dopo la data gregoriana si vedono ancora, in basso, dei segni, che corrispondono all’ultimo anno dell’era fascista in cui la macchina già era in funzione. Non si era ancora ritenuto opportuno sostituire l’intero bollo datario. La data che compare, quindi, risulta sempre asimmetrica rispetto all’indicazione della località.

Ignazio Messina

Esaminiamo ora, dalla parte opposta, il punzone di stato.

La macchina, una "Sima 8" era in uso dal 1933 e, originariamente, il punzone aveva i fascetti littori a lato del valore. Nel 1944 i fascetti furono scalpellati e nel 1947 il punzone fu sostituito con quello "floreale", mantenendo inalterato il blocco valori. Successivamente, forse per un guasto, si intervenne, sostituendolo con uno di emergenza dove i due "zeri fissi" finali erano completamente diversi dalle altre cifre. Ma che importa? Saremo mica matti a sostituire una macchina che ha fatto la guerra e che è appena maggiorenne?!

Anche tirando la cinghia su questi piccoli dettagli si è fatta la ricostruzione ed abbiamo avuto il boom economico.

Incidentalmente: lo zero fisso è una espressione del gergo meccanofilo. Sta ad indicare che non esistevano più tariffe postali che prevedessero altra cifra se non lo zero come cifra finale. I dispositivi marcatori del valore venivano pertanto già approntati con lo zero finale fisso. Il fatto che qui ve ne siano due, e per di più vistosamente differenti dal resto, dimostra solo che tutta la sostituzione del dispositivo era stato fatta con quello che al momento era reperibile sul mercato.


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