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LA GIURIA ROSA HA ELETTO LA PIÙ BELLA ROSSA ITALIANA DI TUTTI I TEMPI


Nell’80° anniversario dell’introduzione dell’affrancatura meccanica in Italia l’AICAM ha voluto individuare qual’è stata la più bella fra le centinaia di migliaia che sono state messe in uso in tutto questo lungo periodo.

È inutile riassumere la meticolosa procedura che ha portato alla scelta delle finaliste: sarà dettagliatamente spiegata in una pubblicazione che sarà edita entro un paio di mesi e che mostrerà anche le ottanta migliori. A Sasso Marconi, il 9 marzo scorso, una Giuria composta da 16 gentili Signore - mogli di Soci AICAM ivi convenuti per la ormai tradizionale manifestazione di primavera - ha scelto la reginetta tra le venti che erano state portate alla ribalta da una commissione preliminare di selezione che aveva espresso le sue preferenze tra le 168 partecipanti.

Il risultato è stato sorprendente: le prime tre classificate sono state le prime tre della selezione preliminare. In altre parole: la Giuria "estetica" (quella delle Signore), ha giudicato in maniera praticamente identica alla Giuria "tecnica", composta da filatelisti, da meccanofili e da esperti di grafica e di pubblicità.

La più bella rossa italiana di tutti i tempi è stata quella di una affrancatrice Francotyp Mignon, la n. 9353, messa in uso nel 1933 dal Santuario della Madonna della Guardia, di Genova per affrancare il "Bollettino del Santuario". È stata in uso sicuramente fino a tutto il 1941 ed è nota nelle due versioni senza e con anno dell’era fascista, nonché con piccole varianti nel disegno, dovute probabilmente a ritocchi eseguiti sul cliché durante gli interventi di manutenzione. Questa impronta è, obiettivamente, abbastanza comune (avrà affrancato molte decine di migliaia di "Bollettini"), tuttavia, data la naturale dispersione, il suo reperimento non è facile. Proprio a Sasso Marconi un commerciante, prima ancora che si conoscesse l’esito della votazione, ne offriva un esemplare perfettamente inchiostrato a 60 Euro ed uno "così-così" a 30 Euro, valori tutt’altro che disprezzabili per una rossa.

1° al concorso

Al secondo ed al terzo posto si sono classificate due affrancature meccaniche "turistiche", di quelle che vorremmo veder adottate oggi dagli enti che dovrebbero valorizzare la nostra più grande risorsa nazionale e che invece trascurano completamente lo straordinario "appeal" promozionale delle affrancature meccaniche. Sono state usate nel dopoguerra, rispettivamente, dagli Enti Provinciali per il Turismo di Messina e di Catania (sembra anche, ma non è certo, che siano state disegnate dalla stessa mano).

2° al concorso

Le tre prime classificate hanno avuto, rispettivamente, 116, 115 e 113 punti; nella selezione preliminare, come è stato detto, erano state al vertice con 23, 24 e 23 preferenze, rispettivamente.

3° al concorso

Una notazione significativa: delle 20 impronte finaliste, 15 erano di macchine "Francotyp". Questa marca, l’unica sopravvissuta tra quelle che avevano debuttato in Italia nel 1927, ha dimostrato quindi una superiorità globale su tutte le altre, sia sul piano tecnico-commerciale che su quello estetico e pubblicitario.


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