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> L'APPROFONDIMENTO

LE MITICHE IMPRONTE NATALIZIE DELLA "MOTTA"


Se negli anni sessanta ci fosse stato il "Premio AICAM", sarebbe stato attribuito "con fronde di quercia e con speciale menzione d'onore" alla Motta. Erano gli anni del maggior fulgore della nostra più importante industria dolciaria che, dopo essersi meritatamente guadagnata una reputazione planetaria grazie al panettone, tipico dolce milanese rivalutato da Angelo Motta a dolce nazionale natalizio, aveva diversificato la sua produzione.

Nel 1954 aveva iniziato una massiccia e convinta campagna pubblicitaria anche per mezzo delle affrancature meccaniche, sulla sua macchina Hasler F80 n. 11668. A quell'epoca il suo budget pubblicitario era imponente, ma il fatto che abbia insistito con le rosse per quasi un decennio conferma che il rapporto costo/risultati era nettamente favorevole. Le targhette venivano opportunamente alternate a seconda della stagionalità del prodotto.

Motta 1

Tutte le targhette avevano una strutturazione di base alquante semplice, ma incisiva e sfruttavano in pieno le eccezionali dimensioni dell'impronta, consentite da quel modello di macchina (e dalla analoga F66) nonché dalla regolamentazione postale dell'epoca. Il logo della Motta era sulla sinistra; al centro, in grossa evidenza, il nome del prodotto e il marchio MOTTA ripetuto con imponenza ma senza mai sommergere il resto del testo; sotto, uno slogan telegrafico ed efficace.

Motta 2

Siamo riusciti ad individuare dieci impronte differenti. Non sono rare nel senso vero e proprio del termine, tuttavia vi è una enorme differenziazione nella frequenza con la quale si trovano: si va da 1 a 10, ed anche più. Complessivamente sono state eseguite circa 300.000 affrancature, ma l’accertamento è assai difficile, in quanto le cifre indicate nel numeratore centrale non sono sempre affidabili (lo abbiamo rilevato, su macchine analoghe, anche in un altro caso che abbiamo avuto di approfondire). Esaminando diverse A.M. del 1957, infatti, notiamo delle incongruenze nella progressione della numerazione che impediscono di disporre di dati certi sul totale delle impronte eseguite. Impossibile, invece, stabilire un numero – anche approssimativo - per ogni singolo tipo.

Si tratta di una nicchia irripetibile nella storia della meccanofilia italiana, sia per la vistosità delle impronte sia per il massiccio utilizzo promozionale in un rilevante periodo di tempo.

C'è sempre il dubbio che possa esistere qualche altro tipo finora sfuggito alle nostre ricerche; saremo veramente grati a chi vorrà darcene segnalazione.


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