PRIVACY LITTORIA

La ... riesumazione come candidato dell'On. Rodotà in occasione della recente rielezione del Presidente della Repubblica ci da l'occasione per riesumare anche questo argomento. Noi meccanofili non facciamo politica, ma a suo tempo, quando Rodotà cominciò ad occuparsi di privacy, fummo tra quelli che considerarono quelle disposizioni un rompimento di scatole, poiché inizialmente l'applicazione del concetto sembrava talmente pignolesca da costituire, in certi casi, solo una grottesca forma di controllo per complicarci la nostra già complicata vita.

A modificare il nostro modo di pensare fu, già all'epoca, una cartolina, risalente al lontano 1941, ma che dimostrava a quale livello di insensibilità, se non di incosciente crudeltà, si fosse arrivati.

L'Amministrazione Provinciale di Cosenza (ma sicuramente anche tutte le altre seguivano analoga procedura), inviava al Comune di Civita Albanese una richiesta a stampa nella quale, a fianco dell'indirizzo, si scriveva. "Demente ..." con tanto di nome, cognome e generalità. Sul retro della cartolina, che mostriamo per esteso, si chiedevano "l'estratto dell'anno di nascita del folle retroscritto", "l'attestato dell'Agenzia delle Imposte sulla possidenza del folle" ed "il certificato sulla posizione finanziaria del folle".

 

Che potesse diventare di dominio pubblico che il tapino fosse "demente" o "folle" allo Stato non interessava per nulla; interessava solo sapere quali fossero la sua "possidenza" e i suoi redditi. Quella cartolina ci fece aprire gli occhi e cominciammo a capire che il buon Rodotà, in fondo, aveva in certi casi le sue buone ragioni per mettere un freno al sistema.

Nel caso specifico, anche dopo oltre settant'anni riteniamo che non sia lecito mettere in piazza nome e cognome e generalità complete dell'interessato; per questa ragione abbiamo oscurato i dati relativi, che nell'originale a nostre mani - una cartolina affrancata meccanicamente - sono scritti chiaramente, in corsivo.

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